Internazionalità e business. «Il piano del nuovo Vinitaly parte con questa edizione e si completerà nel 2024: punta in primo luogo alla crescita internazionale, con una maggiore presenza di espositori esteri e un’ accurata selezione di buyer, provenienti in particolare da aree asiatiche e del nord America, le più richieste dalle aziende», Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere, sottolinea gli obiettivi messi a punto per il più importante evento del vino in Italia, in corso in questi giorni a Verona con la partecipazione di 4.400 aziende da 19 nazioni. Si parte da un dato di fatto: «Il primo motivo che porta le aziende al Vinitaly è l’acquisizione di nuovi clienti esteri.
In pratica, com’è giusto, le cantine vogliono fare business in Fiera», scandisce Mantovani. E questa è un’ indicazione che emerge anche dall’indagine realizzata con la consulenza della Roland Berger, che ha coinvolto 230 aziende rappresentative del mercato, concordi nell’indicare tra i punti di forza del Vinitaly la presenza di buyer esteri (76%) e nazionali (53%).
Una specifica esigenza che ha già trovato una prima risposta nell’edizione in corso, con la presenza di 680 importatori, di cui 130 top buyer Usa, primo mercato mondiale del vino. «Non avevamo mai raggiunto questa cifra che è il risultato della campagna di incoming estero che abbiamo realizzato assieme all’Ice, e per la quale abbiamo investito 4 milioni di euro», rivela Mantovani, promotore convinto della progressione di iniziative estere realizzate sotto l’insegna del Vinitaly in questi anni.
E’ già deciso, tra l’altro, il potenziamento della Vinitaly international Academy: strumento finalizzato alla diffusione della conoscenza delle tante specificità del Vigneto Italia e alla creazione di una rete di professionisti e ambasciatori del vino italiano nel mondo. Va da sé che il piano Vinitaly 2024 comprende anche una distinzione più marcata tra presenza professionale e wine lover e una diffusione a 360°di tutti i possibili strumenti on line a disposizione del b2b.