L’anteprima delle cantine over 100 milioni fatturato 2022

Più di 5 miliardi di fatturato totale, 3,5 miliardi di esportazioni, 1,6 milioni di bottiglie: sono i primi dati 2022 del club over 100 milioni. Ovvero delle aziende vinicole che hanno chiuso l’ultimo esercizio con incassi superiori a 100 milioni e compongono il circolo esclusivo dei big che guidano la speciale classifica delle oltre 100 cantine più grandi d’Italia (che sarà pubblicata  più avanti).

Le novità 2022? La prima è quella sulla quale molti hanno scommesso: è partita in grande stile la sfida tra Argea e Italian wine brands. I due big di taglio industriale-finanziario, che si sono imposti due anni fa al vertice del mercato, hanno entrambi l’ambizione di diventare il più importante polo vinicolo privato del Paese, il cosiddetto campione nazionale del settore.

AnnaDiMartino-Anticipazioni_Classifica2022A questo giro ha vinto Argea: con un fatturato di oltre 455 milioni, il braccio vinicolo della Sgr Clessidra (fa capo all’Italmobiliare della famiglia Pesenti), ha superato in scioltezza l’Iwb, ed è oggi il primo gruppo privato del mercato. Con tanta voglia di restare tale. Sotto la guida dell’ad Massimo Romani, Argea è infatti alla ricerca di aziende coerenti con il suo progetto di crescita che tra le caratteristiche peculiari prevede il coinvolgimento azionario dei proprietari delle aziende acquisite nella capogruppo: come avvenuto anche con l’abruzzese cantina Zaccagnini, l’ultima operazione  che già figura nei conti dell’azienda.

E’ di 430,4 milioni il fatturato 2022 dell’Italian wine brands:  al comando del ceo Alessandro Mutinelli, il gruppo vinicolo quotato in Borsa nel 2022 ha ceduto il passo al rivale, ma c’è da giurare che tutto abbia in mente di fare meno che di fermarsi qui.

Si vedrà quali nuove mosse riserverà questa partita. Ma intanto i due grandi competitor si accomodano sul secondo e terzo gradino di un podio dominato ancora una volta dalla corazzata cooperativa Cantine Riunite & Civ, irraggiungibile al primo posto della classifica, con un giro d’affari di 698,5 milioni, prodotto in larga parte dal controllato Gruppo italiano vini. Il veronese Giv porta infatti al mulino della capogruppo ben 466 milioni di fatturato (più della seconda in classifica Argea) risultando quindi a tutti gli effetti la maggiore azienda italiana, proprietaria di 15 cantine lungo lo stivale.

La massima valorizzazione dei prodotti anche in termini di prezzi di vendita guida le mosse della Caviro: il gruppo cooperativo di Faenza, diretto da SimonPietro Felice, ha chiuso un consolidato in crescita, confermandosi al quarto posto in classifica con più di 417 milioni di fatturato. Il risultato si deve, tra l’altro, al forte apporto di Caviro Extra , società dedicata alla trasformazione dei sottoprodotti della vinificazione in alcol, energia e fertilizzanti che continua a realizzare performance di rilievo. Caviro chiude il poker di aziende che possono vantare più di 400 milioni di fatturato.

Anno di assestamento per Cavit dopo la crescita straordinaria degli ultimi anni:  il consorzio cooperativo trentino di secondo grado, guidato da Enrico Zanoni, è presente al quinto posto con un consolidato di 264,8 milioni in larga parte dovuti all’export. Il suo fatturato flette poco più del 2%.

Al sesto posto si torna tra le realtà private più convincenti del mercato con il gruppo Santa Margherita dei conti Marzotto, che dopo il balzo in alto dello scorso anno, mette a segno un altro incremento a doppia cifra  (oltre il 18% ) superando quota 260 milioni.

Ed eccoci a una cantina privata contadina, legata cioè alla coltivazione della vigna e quindi alla produzione. Siamo a casa della Marchesi Antinori, pietra miliare del vigneto Italia, con etichette che sono il vanto del made in Italy nel mondo: entra in classifica con il fatturato del solo core business vino (e non con il consolidato di gruppo): si tratta di 242,6 milioni in crescita del 14,8% sul 2021.

A questo proposito va detto che nella maggioranza dei casi il consolidato delle cantine comprende anche l’attività di ristorazione piuttosto che business in altri comparti come acque minerali o distillati.

Alle spalle della griffe toscana guidata da 26 generazioni dai marchesi Antinori, c’è l’exploit della trevigiana La Marca vini e spumanti, 235 milioni di fatturato, tra i principali attori nel mercato del Prosecco. La coop di Oderzo presieduta da Claudio Venturin, ha  guadagnato ben tre posizioni in classifica, grazie a una crescita del giro d’affari del 31,2% che le ha anche permesso di superare la soglia dei 200 milioni piazzandosi all’ottavo posto prima della piemontese Fratelli Martini (227,6 milioni), azienda export oriented, tra gli habituè del circolo dei big.

Nella classifica 2022 sono 12 le cantine che hanno raggiunto il traguardo dei 200 milioni, 3 in più del 2021. Oltre a La Marca, sono over 200 anche la trentina Mezzacorona  (213,4 milioni), fortissima all’export, al top delle cantine più social del mercato e la Casa vinicola Zonin (200 milioni, l’85% all’estero): il gruppo veneto guidato dall’ad Pietro Mattioni, sta puntando a testa bassa sulla profittabilità, con una riqualificazione verso l’alto del portafoglio vini dimostrata anche dalla riduzione delle bottiglie prodotte, da 58 milioni di pezzi nel 2021 agli attuali 50 milioni.

Crescita a doppia cifra per il gruppo cooperativo romagnolo Terre Cevico  (168 milioni) presieduto da Marco Nannetti, anche a seguito della perfezionata acquisizione della Orion wines di Lavis in Trentino, specializzata in vini pugliesi.

Altro exploit al 13mo posto: protagonista è il gruppo Vivo cantine guidato da Franco Passador , che partendo dal 21mo posto ha fatto crescere il suo giro d’affari del 41,5% fino a toccare i 164 milioni. Cavalli di battaglia Prosecco doc e Pinot grigio, la coop trevigiana di primo grado, con cantine anche in provincia di Venezia, deve la sua corsa anche all’aumento dei prezzi di listino e all’incremento della base sociale.

Cresce del 17% il giro d’affari della griffe toscana Marchesi Frescobaldi (153 milioni di fatturato) che continua la sua scalata alla classifica salendo al 14mo posto. Con Frescobaldi si torna a una realtà di pura produzione, che vanta etichette di pregio in portafoglio, ricercate da collezionisti in tutto il mondo.

Segue il Gruppo Lunelli (151,6 milioni) con la sua scuderia di prodotti illuminata dalle bollicine Ferrari, quindi tocca a Villa Sandi della famiglia Moretti Polegato, tra le aziende leader del Prosecco. Entrata lo scorso anno nel club over 100, la cantina trevigiana continua a crescere con un incremento del giro d’affari che sfiora il 20% e le permette di salire fino a quota 16.

Ha cambiato nome la Cantina di Soave: la cooperativa diretta da Wolfang Raifer oggi si chiama Cadis 1898 ( anno della sua fondazione) e riparte da 143,8 milioni di fatturato. Guadagna ben tre posizioni la Mionetto che fa capo al gruppo tedesco Henkell-Freixenet, tra i maggiori produttori di bollicine a livello mondiale. Base a Valdobbiadene l’azienda corre al galoppo sfoggiando un incremento del 33% che le fa guadagnare ben tre posizioni fino a quota 18.

Al 19mo posto un’altra azienda con proprietà all’estero: è la Schenk italian wineries guidata da Daniele Simoni, che fa capo all’omonimo gruppo svizzero: l’azienda continua a investire sul mercato italiano  ( 1,3 milioni nel corso di quest’anno) sia per ampliare la sua proprietà viticola a conduzione biologica sia sulla sostenibilità.

A quota 20 è la volta di Cantine Ermes: entrata lo scorso anno nel club over 100 la cooperativa siciliana da brucia le tappe: più 28% e l’incremento del fatturato salito a più di 130 milioni con un impegno molto forte all’export,  mentre continua a investire anche per il potenziamento del patrimonio viticolo ( 6,2 milioni nell’ultimo esercizio). Tra le cooperative di primo grado Cantine Ermes è al momento quella con la maggiore estensione di vigne (12.548 ettari ) e anche l’unica pluriregionale, con presenza oltre che in Sicilia anche in Puglia e Veneto.

Si sale in Veneto con il Consorzio Collis Veneto wine group guidato dall’ad Pierluigi Guarise a quota 127 milioni: proprio in questi giorni è protagonista di una importante operazione che con il prossimo bilancio le farà cambiare taglia superando i 200 milioni.

Scendiamo  in Toscana con il Gruppo Ruffino guidato da Sandro Sartor: il  braccio italiano dell’americana Constellation brands, esporta più del 90% della sua produzione che comprenderà tra qualche anno anche i vini della Doc Bolgheri, grazie all’importante investimento appena realizzato in quel prezioso territorio. Il 2022 chiude con una leggera frenata del  fatturato  (-0,23%).

Ancora un operatore toscano: sono le Tenute Piccine guidate dall’ ad Mario con i tre figli Benedetta, Ginevra e Michelangelo, a quota 23 con 110 milioni di fatturato.

Ancora, a quota 25,  la veneta Contri spumanti tra i maggiori operatori sul mercato spumantistico (106,9 milioni ) nel cui capitale è oggi presente con una quota del 15% la Hyle Capital Partners.

Complessivamente sono 26 le cantine over 100 milioni, 2 in più dello scorso anno. La prima new entry è al 24mo posto con 107, 9 milioni di fatturato, è la cooperativa di primo grado Vignaioli Veneto Friulani di Fontanelle nel Trevigiano presieduta da Stefano Berlese: in realtà l’azienda friulana che opera nello spumeggiante mercato del Prosecco raddoppia la sua presenza in questa speciale graduatoria: è infatti  già presente, indirettamente, attraverso La Marca vini e spumanti di cui è socia importante, assieme ad altre 7 coop di 1°grado.

Sempre sua maestà il Prosecco è il core business della seconda new entry:  la Serena wines 1881 di Conegliano che chiude le danze con 104 milioni al 26mo posto. Azienda privata di proprietà della famiglia Serena, opera prevalentemente sul mercato horeca (ristoranti, bar e catering) e sta potenziando l’area export (al momento rappresenta circa il 52% del fatturato) come dimostra la crescita all’estero di oltre il 40% nell’ultimo esercizio. 30 milioni di bottiglie, l’azienda è guidata da Luca Serena, quinta generazione in campo.

Per gli amanti delle statistiche:

Tra le 26 cantine, ben 12 hanno realizzato incrementi del fatturato a due cifre. Oltre alle due new entry, 4 sono cooperative e precisamente La Marca vini e spumanti, Terre Cevico, Gruppo Vivo cantine e Cantine Ermes e 6 sono brand privati: Santa Margherita, Marchesi Antinori, Gruppo Lunelli, Marchesi Frescobaldi ,Villa Sandi, Mionetto.

Alla tavola dei big non mancano super esportatori. In 6 registrano un peso dell’export sul fatturato superiore all’80%. Si tratta di Mezzacorona (82%), Iwb (82,7%), La Marca vini e spumanti (84,9%) Casa vinicola Zonin (85%), Argea (90%), gruppo Ruffino (93,2%).

Classifica 2022. In anteprima alcuni dati delle cantine con più di 100 milioni di fatturato.

Grandi numeri anche in fatto di bottiglie. Cantine Riunite e Caviro, portano sul mercato più di 200 milioni di pezzi. Superano i 100 milioni Argea, Iwb e Terre Cevico; vanno oltre i 50 milioni la Contri, tra i maggiori operatori sul mercato spumantistico, Cavit, La Marca, Mezzacorona, Zonin e Schenk italian winery. Quest’ultima guidata da Daniele Simoni, continua a investire sul mercato italiano  (1,3 milioni nel 2023) per ampliare la sua proprietà viticola e sulla sostenibilità.

Nel club over 100 milioni ci sono 11 cooperative, una in più dello scorso anno. Sono la punta di diamante di un comparto in costante crescita che produce il 58% del vino italiano. Secondo una recente indagine Ismea, il fatturato complessivo delle oltre 390 cooperative italiane è cresciuto negli ultimi 10 anni dell’88% a riprova della forza del cooperazione.

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