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La grande distribuzione organizzata (Gdo) ha dato un grande aiuto ai conti del mercato vinicolo nell’orribile 2020: complessivamente sono stati venduti 850 milioni di litri di vino per un controvalore di 2,95 miliardi di euro, pari a un incremento del 6,6% a volume e del’8,7% a valore. Si tratta di risultati clamorosi e impensabili dopo la chiusura del 2019 (+1,8% in valore e +1,2% in volume) giudicata molto buona in quel momento, dopo anni di calma piatta.
Nella tabella i vini più venduti in Gdo nei primi cinque mesi del 2021, la percentuale di incremento delle vendite a volume rispetto allo stesso periodo del 2020 e il prezzo medio a bottiglia.
E la corsa è proseguita nei primi 5 mesi del 2021: come appare nel grafico, tutto il settore dei vini fermi + bollicine ha registrato da gennaio a fine maggio una crescita del fatturato del 15,6% e dei volumi del 5,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, in pratica sono stati venduti agli scaffali 18 milioni di litri per un incasso di 175 milioni di euro.
Non solo. La ricerca Iri per Vinitaly, di cui pubblichiamo molti dati inediti, rivela anche quali sono le tipologie di vino che sono state più gettonate nel periodo gennaio-maggio 2021.
Grafico Gdo maggio 2021
Al primo posto, si piazzano grandi rossi come l’Amarone, il Brunello di Montalcino, il Sagrantino di Montefalco, il Barolo: tutti i vini che spuntano un prezzo medio a bottiglia dai 9 euro del Sagrantino ai 16,8 euro del Barolo, dai 17,9 euro dell’Amarone ai 20,7 euro del Brunello. Cosa dicono questi dati? Che non solo i consumatori hanno comprato più vino agli scaffali, ma hanno anche scelto l’etichetta del cuore, senza badare a spese.
«Per quanto riguarda la crescita delle tipologie di vino, primeggiano quelle che nei primi mesi del 2020 hanno sofferto più di altre l’improvvisa chiusura imposta dalla pandemia», spiega Virgilio Romano, direttore area vini di Iri. «In pratica nei primi mesi del 2021, in condizioni un po’ diverse, questi si riprendono il terreno perduto ed è importante notare che, trattandosi di vino dal prezzo superiore alla media, questo significa che gli italiani se hanno a disposizione tempo e tranquillità riprendono a fare scelte di qualità».
Sempre nel periodo gennaio-maggio 2021, è interessante notare il diverso andamento di vini fermi e spumanti. Tra i vini fermi l’unica categoria che cresce è quella delle bottiglie da da 0,75 litri, quella cioè di maggiore qualità, che da sola rappresenta il 56% del volume di questa categoria e registra un incremento delle vendite dell’8,8%. Mentre sono in decremento tutti i grandi formati. «Si tratta di un segnale preciso di ritorno alla normalità e ai trend pre-Covid» precisa ancora Romano. «Mentre gli spumanti non smettono di sorprendere: lo scorso anno sono stati penalizzati dal lock down nel periodo marzo-aprile, ma hanno subito ricominciato a correre registrando ora un progresso del 44,3% che continuerà anche nei prossimi mesi e non teme frenate».
Va da sé che a poco a poco le vendite record del periodo delle chiusure tenderanno a normalizzarsi anche a seguito della riapertura di ristoranti, bar e servizi di catering, vale a dire dell’intero canale horeca decisivo per una ripartenza concreta del mercato vinicolo nazionale, cui è legato a filo doppio.
Le vendite in Gdo potrebbero però rimanere a un buon livello «se cantine e distribuzione sapranno massimizzare le novità emerse in quest’ultimo anno, a cominciare dall’e-commerce che ha raddoppiato il suo peso in 12 mesi e rappresenta oggi 34 milioni di incassi», precisa Romano, che aggiunge: «L’andamento dei primi mesi ci deve lasciare ottimisti sul futuro delle vendite della Gdo, perché la ripresa dei vini con posizionamento medio-alto significa che tra gli acquirenti ci sarà sempre chi non si arrenderà alla convenienza del prezzo tout court, ma sarà disposto a spendere per la sua bottiglia preferita».