GDO: chi sono i maggiori operatori

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Grande distribuzione organizzata: passa da qui l’80% del vino consumato in Italia. Le notizie da questo fronte non sono un granchè.

I dati Iri, la bibbia per chiunque voglia mettere a fuoco l’andamento in questo comparto,  registrano infatti il segno meno davanti al volume delle vendite per il terzo anno consecutivo. Unica consolazione, è che la flessione, pari a -2,4%, è molto meno grave del – 6,5% del 2013 e del – 3,6 del 2012. Inversione di tendenza? Nel primo bimestre 2015 Iri registra il ritorno del segno più davanti ai volumi e al valore delle vendite, ma è presto per cantare vittoria. Anche perché prosegue l’abuso delle promozioni che riguardano una bottiglia su due, abbattendo il valore del vino e i margini delle cantine.

E’ in questo difficile teatro operativo, in cui si fanno largo a fatica la bellezza di 20 mila referenze,  che si muovono i marchi più impegnate nella Gdo. La classifica ufficiale dei maggiori operatori è top secret. Ma i dati e le informazioni raccolte consentono di stilare una graduatoria attendibile. Numero uno con ricavi per oltre 120 milioni è Caviro (sono suoi marchi familiari come Tavernello, Castellino e Volo Rosso).  Alle sue spalle, le Cantine riunite assieme al Giv dovrebbero superare i 100 milioni  (Maschio, Cavicchioli, Rapitalà, sono alcuni dei brand).  Segue Cevico con vendite tra 40 e 50 milioni (suo il San Crispino), mentre Caldirola  si piazza vicino ai 30 milioni operando, tra l’altro, con il marchio La Cacciatora. Il Freschello sospinge le vendite di Cielo e Terra che dovrebbe realizzare circa 20 milioni di incassi. Dello stesso ordine di grandezza le vendite di vini quotidiani di Zonin che ha nel Prosecco il suo pezzo forte. Dai 20 milioni in giù la rosa dei big nella gdo comprende Cavit (spumanti e vini trentini), Gotto d’oro (vini del Castelli romani), Chiarli, re del Lambrusco, Cecchi (Chianti e vini della linea La Mora), Verga (Il Roccolo è uno dei marchi dell’ultracentenaria azienda), Le Chiantigiane (numero uno per il Chianti).

Tra gli operatori top figura anche Duca di Salaparuta, realtà siciliana che appartiene al gruppo Illva di Saronno. L’azienda guidata dal dg Filippo Cesarini Sforza, vende in questo canale circa 40 milioni di bottiglie  nell’area premium (tra 5 e 10 euro), e in netta controtendenza con il mercato ha deciso già da tempo di abbandonare la leva prezzo, riducendo del 30% la pressione promozionale.«E’ chiaro che c’è stato un contraccolpo in termini di volumi, ma grazie a una forte azione marketing finalizzata alla conoscenza del marchio, già nel secondo anno c’è stato un forte recupero e ora i risultati sono superiori alla media di mercato». Largo ai capitani coraggiosi.

Francesco Cesarini Sforza, dg Duca di Salaparuta

Francesco Cesarini Sforza, direttore generale
Duca di Salaparuta

Mauro e Anselmo Chiarli

Mauro e Anselmo Chiarli

Cantina Chiarli

Cantina Chiarli

Luca Cielo, dg Cielo e Terra, gruppo Cantine Colli Berici

Luca Cielo, dg Cielo e Terra, gruppo Cantine Colli Berici

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