Bollicine e vini fermi

< L’analisi da 500 a 80 milioni Le famiglie >

I guerrieri del Prosecco

Chi aveva la puzza sotto il naso si è dovuto ricredere. Nell’arco di pochi anni il Prosecco ha conquistato uno spazio di mercato straordinario, trainando l’intero comparto della spumantistica italiana. In base ai dati del Corriere Vinicolo, l’export 2014 degli spumanti ha raggiunto gli 840 milioni con un incremento di ben 100 milioni sul 2013, grazie appunto al contributo decisivo del Prosecco che continua a sfoggiare crescite a due cifre. Queste allegre bollicine italiane che si stappano da gennaio a dicembre, a prescindere da feste, compleanni e anniversari, hanno sfondato nel mondo, spopolando in Usa e in particolare in Gran Bretagna, dove addirittura stanno avvicinando al vino nuovi consumatori.

Come si sa, poggiano su due pilastri. La più grande area del Prosecco doc: 9 province coinvolte tra Veneto e Friuli, 20 mila ettari coltivati, 306 milioni di bottiglie, più di 10 mila viticoltori, 1300 vinificatori e 300 imbottigliatori, oltre 2 miliardi il valore della produzione. E la più piccola e preziosa del Prosecco superiore docg, concentrata in gran parte nell’area di Conegliano, Valdobbiadene: 6854 ettari di vigneti, 79,1 milioni di bottiglie,180 case spumantistiche, 3214 viticoltori, 439 vinificatori, valore della produzione 515 milioni.

Rosanna Carpenè guida con il padre Etile la nota maison di Prosecco docg

Rosanna Carpené, Carpené Malvolti

Gianluca Bisol, Bisol

Gianluca Bisol, Bisol

Ad aprire la strada, quando ancora pochi avrebbero scommesso su queste bollicine facili e sbarazzine, sono state aziende storiche come Carpenè Malvolti, numero uno nel segmento premium price (Etile Carpené è stato il primo che, all’inizio del Novecento, scrisse Prosecco in un’etichetta) e Bisol, la boutique del Prosecco guidata oggi dai due fratelli Gianluca e Desiderio Bisol, che dallo scorso anno è partecipata al 50% dal Gruppo Lunelli, proprietario delle Cantine Ferrari.

Dal vertice alla coda della classifica, sono tante le aziende che producono e commerciano il Prosecco doc e docg. A cominciare da tutte le più grandi, dalle Riunite a Zonin, da Martini a Santa Margherita. Nella fascia dimensionale sotto gli 80 milioni, si può notare la crescita tumultuosa delle realtà più impegnate nella produzione. Coop a parte,basta guardare gli incrementi di aziende leader come la Valdo spumanti, presieduta da Pierluigi Bolla, leader nel mercato della Gdo (+17,4% di crescita, + 27,7% all’export), o l’Astoria, guidata da Paolo e Giorgio Polegato, maggiore vinificatore privato dell’area del Prosecco docg (+22% e +25% all’estero) o, ancora, La Gioiosa, braccio nella gdo di Giancarlo Moretti Polegato, anche proprietario della preziosa cantina  Villa Sandi. Exploit anche di Fantinel: l’azienda friulana guidata da Marco Fantinel ha superato il 40% di crescita all’estero e punta ancora più sù: ha appena aperto il primo Fantinel Bar a Johannesburg, in Sud Africa e ha già programmato nuove aperture a Trinidad e nelle isole Cayman. Prosecco a go go anche nel portafoglio di Bottega, new entry veneta di proprietà di Sandro Bottega: l’azienda  ha affiancato al business originario della distilleria l’attività nel vino con vigneti in Veneto e ora in Toscana dove sta definendo l’acquisto di una proprietà a Montalcino. Fatturato 44,3 milioni e forte crescita all’export alimentata da nuove iniziative: è recente la conclusione di accordi commerciali con distributori della Polinesia e Groenlandia. Prosecco, spumanti piemontesi e frizzanti spingono la crescita della piemontese Toso che registra però un buon incremento anche su altre tipologie di vini sia in Italia che all’estero, in particolare in Francia.

Pierluigi Bolla, presidente Valdo spumanti

Pierluigi Bolla, presidente Valdo spumanti

Paolo e Giorgio Polegato proprietari di Astoria vini

Paolo e Giorgio Polegato proprietari di Astoria vini

Giancarlo Moretti Polegato, proprietario de La Gioiosa

Giancarlo Moretti Polegato, proprietario de
La Gioiosa

Marco Fantinel, Fantinel

Marco Fantinel, Fantinel

Sandro Bottega, Bottega

Sandro Bottega, Bottega

Piero, Massimo, Gianfranco Toso proprietari dell’omonima azienda piemontese

Piero, Massimo e Gianfranco Toso, Toso

 


Alessandro Marchionne, amministratore delegato Genagricola   (gruppo Generali)

Alessandro Marchionne, amministratore delegato Genagricola

 C’è tanto Prosecco anche nel portafoglio delle Tenute Genagricola, 8 cantine per 661 ettari di vigneti, che rappresentano il polo vino della holding agricola delle Assicurazioni Generali. Con l’arrivo del neo ad Alessandro Marchionne è partita una profonda revisione di questa grande proprietà, fin qui poco valorizzata, con obiettivi ambiziosi anche in vigna, grazie alla nuova consulenza di Riccardo Cotarella.

Gli sprinter tra i vini fermi

A fronte di incrementi di mercato contenuti, o addirittura in decremento sul difficile mercato domestico, si fanno notare  le crescite a due cifre registrate da alcune aziende. Come per esempio le Tenute Piccini, guidate da Martina e Mario Piccini (+18% in Italia) o la   Barone Montalto (+50,6%), braccio siciliano della Mgm Mondo del vino di Forlì: il gruppo guidato da Alfeo Martini (50 tipologie di vini in portafoglio, più di 73 milioni di fatturato) che si sviluppa del 12,2%. Raddoppia il suo fatturato estero e cresce complessivamente del 28,7% il gruppo Farnese guidato da Valentino Sciotti con il socio Filippo Baccalaro: la realtà abruzzese partecipata dalla 21 Investimenti di Alessandro Benetton, conta 7 aziende nel sud Italia e macina risultati di rilievo: «Siamo molto soddisfatti di essere presenti in un gruppo gestito con professionalità che si è concentrato sui vini del sud dal grande potenziale e pensiamo di poter essere utili e sostenere la crescita», dice Alessandro Benetton. Gradualmente i prodotti del gruppo avranno il nuovo marchio Fantini.

Martina e Mario Piccini, Tenute Piccini

Martina e Mario Piccini, Tenute Piccini

Alfeo Martini, Mgm Mondo del vino

Alfeo Martini, Mgm Mondo del vino

Filippo Baccalaro, Deborah Compagnoni, Alessandro Benetton, Valentino Sciotti

Filippo Baccalaro, Deborah Compagnoni, Alessandro Benetton, Valentino Sciotti, gruppo Farnese

Buoni incrementi di Banfi a Montalcino, Alois Lageder in Alto Adige, Fontanafredda in Piemonte, proprietà di Oscar Farinetti, e Zenato in Veneto. In particolare la cantina guidata da Nadia Zenato, con il fratello Alberto, si sta muovendo su nuovi mercati, come la Cina, con un brand ambassador in grado di facilitare l’approccio in un mercato così importante e particolare.

Enrico Viglierchio, amministratore delegato di Banfi

Enrico Viglierchio, amministratore delegato di Banfi

Alois Lageder proprietario dell’omonima cantina altoatesina

Alois Lageder proprietario dell’omonima cantina altoatesina

Oscar Farinetti, Fontanafredda

Oscar Farinetti, Fontanafredda

Nadia e Alberto Zenato, Zenato

Nadia e Alberto Zenato, Zenato

Lo sviluppo sui mercati asiatici è tra gli obiettivi anche di Sartori, casa veneta guidata da Paolo e Andrea Sartori. Cresce all’estero Mastroberardino: la storica cantina campana appartiene alla famiglia che per prima ha portato nel mondo i noti vini bianchi della sua regione. Sviluppo regolare, a piccoli passi.

Luca, Paolo e Andrea Sartori dell’omonima cantina che opera all’interno del Collis veneto wine group

Luca, Paolo e Andrea Sartori, Sartori

Piero Mastroberardino, Mastroberardino

Piero Mastroberardino,
Mastroberardino

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